Rubrica: Do you speak Ecclesiastico?
in collaborazione con la Cappellania della Pontificia Università Gregoriana
LA PAROLA DI OGGI: ANGELO
Questa parola, derivata dal latino tardo, si ricollega al greco ἄγγελος «messaggero, angelo», usato dai traduttori greci dell’Antico Testamento per rendere l’ebraico mal’āk «messaggero, ministro». Nelle credenze religiose dell’Antico Testamento e del cristianesimo (da cui è passato anche nell’islamismo), la parola angelo indica gli esseri sovrumani formanti la corte di Dio e ministri di Dio presso gli uomini, a cui annunciano la sua volontà.
SI PRONUNCIA "ÀNGELO”
PROVERBI ED ESPRESSIONI IDIOMATICHE: in generale la parola angelo viene associata in italiano a un ideale di perfezione: dunque è comune dire “canta, balla, parla come un angelo” per indicare l’eccellenza dell’esecuzione, oppure descrivere bellezza o bontà assolute dicendo di qualcuno “è bello/buono come un angelo”.
Il proverbio “discutere del sesso degli angeli” è molto usato. Equivale a discutere di cose inutili o impossibili da risolvere, perdendo del tempo che sarebbe meglio utilizzare per questioni più serie.
CURIOSITÀ LINGUISTICA: in italiano facciamo i complimenti a un bambino particolarmente buono chiamandolo “angioletto”. Questa parola è un vezzeggiativo che deriva da angelo: si tratta di una forma di diminutivo che ha anche una connotazione affettiva. Oltre al suffisso -etto, i vezzeggiativi più comuni sono -ino (fratello > fratellino) e -uccio (caldo > calduccio)
PER RIFLETTERE: gli angeli hanno ispirato ogni tipo di raffigurazione artistica, eccone un esempio scelto fra i cosiddetti angeli musicali di Melozzo da Forlì i cui affreschi possono essere ammirati anche nel Palazzo del Quirinale a Roma:
PER APPROFONDIRE: bellissimo, anche se non ristampato e quindi non più disponibile in libreria il breve saggio del teologo Claus Westermann, Gli angeli di Dio non hanno bisogno di ali. Riflessioni e letture bibliche (1995).
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