Rubrica: Do you speak Ecclesiastico?
in collaborazione con la Cappellania della Pontificia Università Gregoriana
LA PAROLA DI OGGI: BENEDIRE
Questo verbo deriva dal latino benedicĕre, un composto di bene e dicĕre, che significava propriamente “dire bene”. Significa invocare da Dio bene e protezione per una persona o una cosa. Può essere usato anche per esprimere riconoscenza o ricordare con animo grato cose o persone, ad esempio nell’espressione “benedico il giorno che ti ho incontrato!”
SI PRONUNCIA "BENEDÌRE”
PROVERBI ED ESPRESSIONI IDIOMATICHE: è molto comune in italiano esclamare
“Dio ti benedica!” per esprimere affetto, riconoscenza o anche per attenuare un rimprovero.
Nella frase “Gianni mi ha invitato a cena e l’idea di studiare tutta la sera è andata a farsi benedire” invece il verbo per antifrasi assume il significato di “finire in niente, guastarsi, rovinarsi”. Questa possibile accezione negativa si intensifica nell’imperativo “Vai a farti benedire”, esclamazione offensiva che esprime rabbia, fastidio o disprezzo.
CURIOSITÀ LINGUISTICA: l'antìfrasi (dal greco ἀντί, "contro", e φράσις, "locuzione”) che abbiamo visto nelle espressioni precedenti è una figura retorica per cui il significato di una parola, di un sintagma o di una frase risulta opposto a quello che assume normalmente; di solito cambia anche il tono della voce e l’intenzione può diventare ironica. Ad esempio in una giornata piovosa si potrebbe esclamare "Ah! Che bella giornata!" per intendere esattamente il contrario.
PER RIFLETTERE: ecco una immagine artistica della benedizione riservata al Romano Pontefice in occasioni di grande solennità e chiamata URBI ET ORBI perché rivolta alla città (di Roma) e al mondo intero.
PER APPROFONDIRE: il riferimento classico è ad uno dei testi liturgici che da questa parola prende nome e che contiene le formule per ogni genere di benedizione canonica.
AA.VV. (2013). Benedizionale. Libreria Editrice Vaticana.
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