Rubrica: Do you speak Ecclesiastico?
in collaborazione con la Cappellania della Pontificia Università Gregoriana
LA PAROLA DI OGGI: CROCE
La parola deriva dal latino crux crŭcis: antico strumento di pena presso i Romani, formato da due assi disposte perpendicolarmente a cui veniva legato o inchiodato il condannato. Indica, per antonomasia, quella su cui fu inchiodato e sofferse la morte Gesù Cristo ed è assunta quale simbolo della redenzione e della fede cristiana (si usa con questo significato nelle locuzioni “adorare la croce” ed “abbracciare la croce”)
SI PRONUNCIA "CRÒCE”
PROVERBI ED ESPRESSIONI IDIOMATICHE: questa parola si usa in senso figurato per indicare dolore o tormento. Di conseguenza in italiano è comune dire “mettere qualcuno in croce” con il significato di procurargli dei fastidi, oppure “a ognuno la sua croce” per sottolineare che a tutti tocca qualche dolore, anche se nascosto.
CURIOSITÀ LINGUISTICA: l’antonomasia è una figura retorica che consiste nell’indicare una persona o una cosa, anziché col suo nome specifico, con uno più generico e comune: ad esempio “l'Apostolo” per riferirsi a San Paolo, o “il poverello di Assisi” per San Francesco. Si usa moltissimo anche al contrario: potremmo quindi chiamare una persona priva di fede un “San Tommaso” con riferimento all’incredulità dell’apostolo. La locuzione “per antonomasia” si usa infine come sinonimo di “per eccellenza”: in questo senso abbiamo visto che nel sentire comune la croce per eccellenza è quella su cui è morto Gesù, fatto da cui derivano altri numerosi significati della parola.
PER RIFLETTERE: meditiamo una delle raffigurazioni più celebri su questo tema, il ciclo di affreschi di Piero della Francesca, le storie della Croce (Arezzo), qui il ritrovamento del Sacro Legno da parte dell’imperatrice Elena.
PER APPROFONDIRE: lettura di grande profondità del teologo Jürgen Moltmann, (2008) Il Dio crocifisso. La croce di Cristo, fondamento e critica della teologia cristiana, Queriniana.
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