Rubrica: Do you speak Ecclesiastico?
in collaborazione con la Cappellania della Pontificia Università Gregoriana
LA PAROLA DI OGGI: EREMO
La parola deriva dal latino tardo erēmus, legato al greco ἔρημος o ἐρῆμος che aveva il significato di “solitario, deserto”. Indica il luogo isolato dove una o più persone si ritirano dedicandosi alla vita religiosa e contemplativa. Il termine aveva questo senso generico soprattutto nei tempi remoti; oggi si riferisce, in modo più specifico, al recinto con celle separate che nella congregazione camaldolese è riservato agli «eremiti», e per antonomasia quello di Camaldoli fondato da s. Romualdo verso il 1012.
SI PRONUNCIA "ÈREMO”
PROVERBI ED ESPRESSIONI IDIOMATICHE: per estensione usiamo questa parola anche nella vita quotidiana, riferendoci a un luogo solitario in cui si cerca tranquillità o concentrazione: “Per poter leggere in pace mi ritiro nel mio eremo ogni pomeriggio e nessuno mi disturba”
CURIOSITÀ LINGUISTICA: dalla parola eremo nascegià in greco e in latino il derivato “eremita”, che indica chi vive solitario in luoghi nascosti per pregare e mortificarsi. Esiste anche la variante popolare “romita”, molto usata nella poesia italiana ma oggi poco comune.
PER RIFLETTERE: il primo monaco ed eremita (o anacoreta) è per tradizione Antonio del deserto, celebra in arte anche per le innumerevoli raffigurazioni delle tentazioni che sperimentò nella sua solitudine:
PER APPROFONDIRE: una lettura estiva, un giallo di narrativa italiana contemporanea di Antonio Manzini (2017) L’eremita. Si tratta del caso di un innocuo eremita trovato morto in una chiesetta abbandonata in alta quota …
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